SANTUARIO MADONNA DELLA NEVE

CASTEL SANTA MARIA  (PG)

 

“Alzai lo sguardo e dissi…la Madonna della Neve non c’è più”!

Dalla testimonianza di Don Antonio, parroco tra queste valli, dopo il terremoto del 1979

IL  TERRITORIO

Esistono paesaggi che rapiscono il cuore al primo sguardo e lasciano, ad ogni passo, senza fiato. E’ quanto accade in Valnerina dove il fiume Nera  nascendo dai Monti Sibillini scorre per 116 km nel fondovalle raggiungendo quella che gli antichi chiamavano Interamna Nahar (Terni) e diventando, in questo tratto, il principale affluente del Tevere. Qui vivono biodiversità in cui è l’uomo a doversi adattare alle leggi del creato seguendo pazientemente il ciclo delle stagioni e costruendo la propria quotidianità con ritmi lenti e cadenzati per ricevere i frutti più buoni che la terra può donare. In periodi storici floridi ma anche molto complicati nacquero tra queste montagne  giganti della fede quali San Benedetto da Norcia e Santa Rita da Cascia le cui testimonianze risuonano ancora oggi nel mondo come fonte di ispirazione per un cammino da intraprendere. La Valnerina è anche una terra che vede ciclicamente distrutti borghi e paesi dagli scossoni che la naturale conformazione geologica dell’Appennino umbro- marchigiano infligge da secoli  a coloro che la popolano. In un così vasto panorama  che comprende anche numerosi castelli, stupefacenti abbazie e solide torri di avvistamento brilla una costellazione di santuari e  micro santuari, alcuni ancora sconosciuti, dedicati alla Madre di Dio che come gioielli si incastonano nelle fenditure della roccia, a volte sulle alture più ardite. Uno degli esempi più belli e peculiari dell’identità e della devozione del territorio è il santuario intitolato alla Madonna della Neve ubicato nei pressi di Castel Santa Maria  una piccola località distante dieci chilometri da Cascia e tredici chilometri da Norcia. Le prime testimonianze della vita di questo paese risalgono al Medioevo quando era già documentato come piccolo castello sotto il controllo di Norcia. La vita dei castellani fu scossa più volte da terremoti e nel settembre del 1979 un violentissimo sisma rase al suolo il paese, altri insediamenti  limitrofi e provocò il crollo di gran parte del magnifico santuario, un luogo sacro che per oltre quattro secoli aveva richiamato centinaia di fedeli da tutte le valli circostanti. Negli anni ’80 mentre le antiche abitazioni venivano inghiottite dalla terra si ricostruì, con strutture antisismiche, il nuovo insediamento sul vicino Monte Caefischi (catena dei Monti Sibillini) a circa 1200 metri di altitudine s.l.m. Con il sisma del 2016 il paese è stato nuovamente danneggiato e i resti del santuario hanno accusato ulteriori danni ma il sogno di ricostruire la Madonna della Neve è diventato per gli abitanti una forte esigenza interiore e una volontà collettiva perché non si perda mai la memoria di quanto accaduto e delle grazie ricevute.  Allo stato attuale una sola persona vive a Castel Santa Maria; alcuni non possono tornare perché non hanno più l’agibilità della casa, altri per l’epidemia che li ha bloccati in destinazioni diverse. Tutti però, come di consueto, non si sono mai persi d’animo e guardano al futuro con speranza.

 (Foto estratte da: umbriaecultura.it; prolococastelsantamaria.it)

 

 

LA STORIA

(Il Santuario prima del terremoto del 1979)

Nella seconda metà del 1500 un viandante fu sorpreso in piena estate da una tormenta di neve e venne intrappolato dalla coltre gelata sotto la quale rimase per tre giorni senza alcuna possibilità di nutrirsi e scaldarsi. Ritrovato incolume e in ottima salute da alcuni abitanti della zona, riferì che in quei terribili momenti aveva fatto voto alla Madonna e la aveva costantemente invocata. Tutti si resero conto di essere testimoni di un evento straordinario. Si decise, per volere del vescovo Fulvio Orsini, di edificare un santuario e la posa della prima pietra avvenne il 13 ottobre del 1565. Lì vicino era già presente una cappella dedicata alla Madonna di Collefitto che venne poi inglobata nella nuova costruzione. La popolazione raccolse i fondi necessari ad edificare il santuario perché il miracolo non fosse mai dimenticato e per accogliere i pellegrinaggi che vi sarebbero giunti. Nel 1570 mentre il santuario era in costruzione Papa Pio V estese, a livello mondiale, il culto alla Madonna della Neve. La scena del miracolo era stata riprodotta sulla base dell’organo; vi compariva la Madonna in una nube di luce, gli abitanti del castello e il miracolato ritratto con le mani giunte in segno di preghiera. La struttura, a pianta ottagonale con interno a croce greca, si ispirò ai progetti del Bramante e probabilmente all’architettura del Santuario di Macereto nelle Marche non molto distante da Castel Santa Maria. La decorazione interna  fu affidata alla famiglia degli artisti Angelucci da Mevale che tra il 1570 e il 1584 vi affrescarono “Storie di Cristo, della Vergine e dei Profeti”. Nello scorrere dei secoli il Santuario assorbì i colpi di numerosi terremoti ma il 19 settembre del 1979 alle ore 23:40 c.a. un devastante sisma distrusse quattro delle sue otto facciate e fece esplodere il tetto. Alcune pietre rotolarono a fondovalle, una frattura di mezzo metro si aprì nella montagna e si localizzo l’epicentro a cinquanta metri di profondità proprio sotto il santuario che venne lasciato in uno stato di sostanziale abbandono dalle autorità competenti ma non dai devoti e dagli abitanti che continuarono nel giorno della festa a recarvisi per vivere un’intera  giornata di preghiera e gioiosa condivisione. Si continuò a celebrare la S. Messa sull’altare rimasto intatto all’interno dei ruderi  ma a causa dell’intensa attività tellurica del 2016 si decise di celebrare sul piazzale antistante.  Le chiese di Norcia e molte altre nella valle sono andate distrutte e ridare vita al Santuario della Madonna della Neve è diventato per i castellani un impegno prioritario. Molte le  iniziative culturali, gli investimenti importanti e numerosi i professionisti che si stanno prodigando per la sua ricostruzione. L’immagine che racconta il Miracolo della neve è andata distrutta nel terremoto del 1979 e qualcuno dice che non esista più; altri invece sono certi che si trovi da qualche parte nel “Deposito di Santo Chiodo” a Spoleto nel quale si ricoverano i beni culturali colpiti da catastrofi naturali in attesa di qualcuno che possa farla riemergere dalla storia. Architetture, icone e immagini  sono vie privilegiate di rivelazione, di incontro e narrazione perché mai si perda la memoria dell’ Amore abbondantemente ricevuto e della Misericordia largamente e ripetutamente elargita. Ma se il Signore non può essere contenuto  in un luogo circoscritto e si è impossibilitati a recarsi in un santuario o in una chiesa a causa di terremoti, guerre o epidemie: cosa rimane? La Madonna delle Neve fa fare memoria ai castellani e a chiunque si accosti a questo luogo santo che Maria è Santuario della Divina Presenza perché Gesù è il vero Santuario e che la casa di Dio è il cuore dell’uomo con il quale l’Altissimo desidera costruire un’alleanza e una relazione di amore e fedeltà.

 

LA FESTA SI CELEBRA: 5 agosto

 

PREGHIERA TRADIZIONALE DEL SANTUARIO

Centocinquantadue le chiese intitolate alla Madonna della Neve in tutta Italia, ottanta i comuni di cui è patrona ma non esiste una vera e propria preghiera tradizionale alla Madonna della Neve. Le notizie in merito alla dedicazione del Santuario di Castel Santa Maria risalgono al 1567 quando fu istituita la fiera della Madonna della Neve, da celebrarsi ogni 5 di Agosto che, nei secoli, divenne uno dei momenti di incontro e di scambio più importante della valle. Questo giorno era già previsto dalla liturgia romana come dedicato alla Madonna, in ricordo del miracolo della nevicata estiva di Roma avvenuto ai tempi di Papa Liberio nel 358 d.C e che portò all’edificazione, sul colle Esquilino, di una chiesa dedicata a Santa Maria ad Nives. In seguito al Concilio di Efeso (431 d. C.) durante il quale Maria venne proclamata solennemente “Madre di Dio” e alle disposizioni di Papa Sisto III, sul luogo di Santa Maria ad Nives sorse la Basilica di Santa Maria Maggiore considerata il più antico santuario mariano d’Occidente. Nella Basilica di Santa Maria Maggiore è custodita l’icona della Salus Popoli Romani davanti alla quale ogni Pontefice sosta,  nei momenti storici più difficili e sofferti per l’umanità (Papa Francesco vi si reca anche prima e dopo ogni viaggio apostolico) recitando l’antichissima preghiera:

SOTTO LA TUA PROTEZIONE

Sotto la tua protezione cerchiamo rifugio, santa Madre di Dio:

non disprezzare le suppliche di noi che siamo nella prova,

e liberaci da ogni pericolo, o Vergine gloriosa e benedetta.

Domenica 31 maggio 2020

SOLENNITA’ DI PENTECOSTE   –  CONCLUSIONE DEL MESE MARIANO

E’ tradizione in tutte le città e i borghi della nostra stupenda regione, suggellare la conclusione del mese mariano con celebrazioni di immensa gratitudine verso la Madre di Dio. A Santa Maria degli Angeli nel comune di Assisi si erge il santuario mariano e francescano più significativo dell’Umbria,  meta di pellegrinaggio tra le più amate al mondo:        La Porziuncola. Il 31 maggio  ogni rione della cittadina si dirige processionalmente con la propria Madonnina verso la “Porta Santa sempre aperta”. Tutti conosciamo la mirabile storia della nascita e dell’evoluzione di questo santuario, tutti facciamo memoria delle immense grazie qui concesse dal Signore all’umanità intera e tutti ricordiamo la profonda devozione di San Francesco a Maria: ”Circondava di un amore indicibile la Madre di Gesù perché aveva reso nostro fratello il Signore della maestà. A suo onore cantava lodi particolari, innalzava preghiere, offriva affetti tanti e tali che lingua umana non potrebbe esprimere” (Tommaso da Celano).Il SI di Maria commuoveva Francesco perché ha reso Gesù nostro fratello. Quest’anno la conclusione del mese mariano coincide con la Solennità di Pentecoste e Papa Giovanni Paolo II, oggi Santo, nell’udienza generale del 28 maggio 1997 disse: “Lo Spirito Santo ricolma la Vergine ed i presenti della pienezza dei suoi doni, operando in loro una profonda trasformazione in vista della diffusione della Buona Novella. Alla Madre di Cristo e ai discepoli sono concessi nuova forza e nuovo dinamismo apostolico per la crescita della Chiesa.  Nella Chiesa nascente Ella consegna ai discepoli, quale inestimabile tesoro, i suoi ricordi sull’Incarnazione, sull’infanzia, sulla vita nascosta e sulla missione del divin Figlio, contribuendo a farlo conoscere e a rafforzare la fede dei credenti”. Dio chiama, Dio attrae verso i Santuari e l’uomo vi si dirige perché vi trova consolazione, accoglienza, ascolto, speranza e  si accosta in modo speciale ai sacramenti che lo rilanciano con più forza e bellezza nella vita, nel cammino con i fratelli e nel servizio al Regno di Dio. Nell’attesa di poter tornare a vivere insieme il pellegrinaggio nei santuari che più amiamo, guidati dai nostri sacerdoti, un felice cammino a tutti noi  sotto la protezione della Santa Madre di Dio.

Un ringraziamento speciale al Ministro Regionale e al consiglio tutto per aver accolto e promosso questo progetto.

SUPPLICA ALLA MADONNA DEGLI ANGELI

Vergine degli Angeli, che da tanti secoli avete posto il vostro trono di misericordia alla Porziuncola, ascoltate la preghiera dei figli vostri
che fiduciosi ricorrono a voi. Da questo luogo veramente santo e abitazione di Dio, particolarmente caro al cuore di San Francesco,
avete sempre richiamato tutti gli uomini all’Amore. I vostri occhi, colmi di tenerezza, ci assicurano una continua, materna assistenza
e promettono aiuto divino a quanti si prostrano ai piedi del vostro trono o da lontano si rivolgono a voi, chiamandovi in loro soccorso.
Voi siete veramente la nostra dolce Regina e la nostra speranza. O Madonna degli Angeli, otteneteci, per la preghiera del Beato Francesco,
il perdono delle nostre colpe, aiutate la nostra volontà a tenerci lontani dal peccato e dalla indifferenza per essere degni di chiamarvi sempre nostra Madre. Benedite le nostre case, il nostro lavoro, il nostro riposo, dandoci quella pace serena che si gusta fra le mura vetuste della Porziuncola
dove l’odio, la colpa, il pianto, per il ritrovato Amore si tramutano in canto di letizia, come il canto dei vostri Angeli e del Serafico Francesco.
Aiutate chi non ha sostegno e chi non ha pane, coloro che si trovano in pericolo o in tentazione, nella tristezza o nello scoraggiamento,
in malattia o in punto di morte. Benediteci come vostri figli prediletti e con noi vi preghiamo di benedire, con uno stesso gesto materno, gli innocenti e i colpevoli, i fedeli e gli smarriti, i credenti e i dubbiosi. Benedite l’intera umanità, affinché gli uomini riconoscendosi figli di Dio e figli vostri
ritrovino, nell’Amore, la vera Pace e il vero Bene. Amen.