Non possiamo parlare male della storia e non dobbiamo nemmeno parlarne in negativo, perché la nostra storia non è maledetta e noi dovremmo essere consapevoli che non stiamo camminando verso la sua fine ma, semmai, verso il suo compimento. Ecco allora che possiamo cominciare a descrivere il positivo, perché questa è un’altra epoca che ha altre opportunità rispetto alle precedenti e possiamo vedere la cosa sotto diversi aspetti, illuminata da luci anche diverse.
Una prima luce è il desiderio fortissimo che le persone hanno di relazione. È già partita da un pezzo questa ricerca ma questa è un’epoca di mancanza di risposte. Oggi incontri uomini e donne che non sanno più come comportarsi. Dov’è allora il positivo?  Il positivo sta proprio nel fatto che non abbiamo soluzioni e, per questo, torna a essere importante la relazione tra le persone. Dobbiamo tornare a investire sul fattore persona. L’uomo non è un budget, non è una borsa della spesa (… maledetto l’uomo che confida nell’uomo). Il pane, il budget, non danno la vita!

Una seconda luce è il “secondo me”, che sembrerebbe presupporre un relativismo ma, l’esperienza del credere, deve essere necessariamente un “secondo me”. Credere è stupirmi davanti a Cristo e poi “metterci del mio”. La fede non è una dottrina o un codice etico ma è una Persona, è un emozionarsi davanti a Cristo che diventa, prima seduzione, per poi passare all’azione. La Chiesa non deve essere un’agenzia etica ma un nuovo stile di vita che muove la persona; una persona che dice:- “io ci sto e ci metto del mio”!
Un’altra luce è che la relazione umana ti fa cogliere anche l’ombra e la fragilità della relazione stessa. Un tempo, la fragilità nella relazione era ignorata ed era un bene, perché non c’è relazione perfetta! La perfezione si raggiunge soltanto in Dio. La vita umana è solo un cammino e i fragili diventano i discepoli di Gesù. Noi dobbiamo avere la consapevolezza che siamo dei “peccatori amati” e guai se volessimo eliminare la fragilità nelle relazioni. Il fatto è che noi abbiamo bisogno di una relazione più grande. Noi ogni giorno abbiamo bisogno di cercare il Signore. C’è un brano del Vangelo di Marco che ha dato scandalo “Tua Madre e i tuoi sono lì fuori che ti cercano”. Anche noi oggi come Chiesa abbiamo il bisogno di imbrigliare Cristo secondo le nostre esigenze. Francesco invece ha ricercato un Cristo libero, da capire, da ricercare, da amare, un Dio nuovo e sconvolgente! Dio non ha niente di “religione”. Il cristianesimo non è una religione, … è una “follia” di chi riesce ad andare “fuori di se” è “l’antinarciso”!
Francesco ha rimesso al centro l’umanità del Cristo. Le religioni non prevedono un Dio che “lava i piedi”, che si fa crocifiggere e chiede perdono, umile e povero! Allora torniamo a cercare Dio sulle strade come ha fatto Cristo! Vuoi vivere? Non appartenere a te stesso! Diventa regalo per l’altro! Cerchiamo Dio attraverso la strada di Cristo, perché il problema non è la fragilità ma il perdono!
Verità. Cos’è la verità?
Oggi sembra che la felicità consista nel fatto che, finalmente, non si cerca più la verità. Il fatto è che la verità non è fuori da noi ma è dentro di noi e nessuno può prescindere dall’esperienza del vero. Il vero ci appartiene perché uomini. Il vero è lo Spirito Santo. Il vero è in Cristo come uomo che vive “fuori di se”. Cristo ha più i connotati della “tenda” che della “casa”, è un Dio che muore su un palo fuori dalla città con il grembiule del servizio e così, mentre sentiamo il cuore che arde d’amore per Cristo, dentro di noi lo Spirito grida:- “Abbà Padre” .
Sentiamo forte la potenza di questa relazione tra Padre, Figlio e Spirito Santo e così capiamo bene che il pane, senza le relazioni, è come non averlo. Noi dobbiamo scoprire che la vita passa attraverso queste relazioni, con le nostre fragilità, come fratelli i Cristo e figli di Dio Padre. Dobbiamo “contemplare” l’umanità di Cristo e dobbiamo “raccontare” quest’umanità di Cristo al mondo! Liberi come Francesco che aveva saputo incontrare quest’umanità.

(appunti presi in occasione dell’intervento di Mons. Tisi al corso di formazione nazionale Ofs a Santa Maria degli Angeli il 16 giugno 2012)