Domenica 27 marzo si è svolto il ritiro quaresimale del 2011 dell’OFS di Spoleto, presso il locale convento dei Frati Minori Cappuccini, a cui hanno partecipato i professi delle fraternità OFS di S. Domenico e di S. Ansano della città e i novizi, i probandi e i simpatizzanti dei Cappuccini di Spoleto che fanno capo alla fraternità di S. Ansano. Partecipanti circa 30 persone.
Il ritoro si è svolto sotto la guida spirituale degli assistenti P. Luigi Biscarini (O.F.M. Cappuccini) e P. Luigi Napolitano (O.F. Minori).

Il programma della giornata è stato il seguente:
– h. 09:00 Santa Messa
– h. 10:30 Catechesi
– h. 11:30 Meditazione personale
– h. 13:00 Pranzo
– h. 14:30 Condivisione fraterna
– h. 17:00 Vespri.

Lo spunto per la catechesi e la meditazione personale è stato preso dal Vangelo del giorno, quel bellissimo passo del Vangelo di Giovanni che descrive l’incontro tra Gesù e la samaritana. Si tratta di un incontro inizialmente tra due persone estranee, addirittura appartenenti a due popoli (i giudei ed i samaritani) ostili da generazioni. Come ci comportiamo noi quando incontriamo un estraneo, uno straniero (situazione attualissima), una persona dell’altro sesso? Come ci rapportiamo con il nostro prossimo? Come la samaritana, proviamo diffidenza verso ciò che non conosciamo, innalziamo barriere protettive.
A questo punto Gesù ci dice: “… se tu conoscessi il dono di Dio…” . Il dono di Dio è l’Amore, il Suo infinito Amore verso tutti. “… La carità è magnanima, benevola è la carità; non è invidiosa, non si vanta, non si gonfia d’orgoglio, non manca di rispetto, non cerca il proprio interesse, non si adira, non tiene conto del male ricevuto, non gode dell’ingiustizia ma si rallegra della verità. Tutto scusa, tutto crede,  tutto spera, tutto sopporta. La carità non avrà mai fine…” (I lettera ai Corinzi, 13,4-8).
Questo passo del Vangelo di Giovanni è la storia d’amore di Dio nei confronti degli uomini. Un Amore incarnato nella persona di Gesù Cristo, il Figlio prediletto del Padre. L’Amore che si fa carne per incontrare ed entrare in relazione d’intimità con ciascun uomo e con l’umanità intera.
La donna samaritana che nella calda ora del giorno, si reca ad attingere acqua al pozzo di Giacobbe in Sicar, è la persona che pienamente ci rappresenta. E’ la donna che fortemente manifesta al di là dell’acqua sorgiva, il suo bisogno insopprimibile di amore, un Amore che sappia darle la pienezza tanto desiderata.
A così tanto desiderio, anche se mascherato da paure e infingimenti, lo sconosciuto Giudeo concede la Sua Acqua, capace di saziare la sua sete.
Tutti noi abbiamo bisogno d’amore e quando ci sentiamo amati riusciamo finalmente a gettare la maschera che abbiamo indossato per proteggerci, non abbiamo più vergogna né timore del giudizio. In un primo momento la samaritana non aveva riconosciuto Gesù, ma Dio sa aspettare, ci dà il tempo di comprendere, di riconoscerLo quando Lo incontriamo e di accoglierLo, per poter accedere all’acqua viva che ci toglierà ogni sete, e per divenire noi stessi sorgente per gli altri.
Anche la fraternità ha bisogno di tempo per potersi conoscere ed amare, sia tra singoli fratelli, sia tra le varie fraternità locali.
Un aspetto molto importante della giornata di Ritiro quaresimale è stato il momento del prendere il pasto insieme con i frati. I Frati ci hanno accolto, offerto e preparato il cibo permettendoci di dedicare la giornata esclusivamente all’ascolto e al silenzio e tutti ci siamo sentiti in piena fraternità come veri figli dello stesso Padre San Francesco.
Gli strumenti della Quaresima sono: l’ascolto attento della Parola di Dio, la preghiera assidua, il digiuno e la carità. Si è pertanto cercato di concretizzare quest’ultimo aspetto raccogliendo una somma di denaro da devolvere in beneficienza, a favore del Giappone duramente colpito dalla calamità naturale.

Questo ritiro quaresimale lascia un messaggio di speranza: che con il tempo le varie fraternità OFS siano unite alla luce del Vangelo: Gv. 13,34-35: “Vi do un comandamento nuovo: che vi amiate gli uni gli altri. Da questo tutti sapranno che siete miei discepoli: se avete amore gli uni per gli altri.”- Gv. 17,21: “… perché tutti siano una sola cosa; come tu, Padre sei in me e io in te, siano anch’essi in noi, perché il mondo creda che tu mi hai mandato.”

Sonia Manili