“SEMPLICEMENTE FRATELLI”: APPUNTAMENTO NAZIONALE DEI FRANCESCANI SECOLARI (28-30 MAGGIO 2010)
Sembrava difficile, all’inizio, riuscire a formare un gruppo che anche dalla nostra regione partecipasse all’evento di Padova, poi le adesioni si sono concretizzate e siamo partiti in ventiquattro, guidati dalla nostra ministra regionale Maria Ciri e da P. Francesco Santinelli, assistente regionale.

La fraternità più numerosa è stata quella di Stroncone, con sette partecipanti, poi S. Maria degli Angeli, Bastia, Cannara, Farneto, Foligno e Perugia via dei Priori. Sabato 29, una levataccia, ma è andata peggio ai fratelli di Stroncone, che per raggiungere Foligno, luogo convenuto, sono partiti alle 3! Il gioco, come si dice, è però valsa la candela.

 Siamo entrati nella basilica del Santo verso le 10: un colpo d’occhio magnifico. Almeno duemila persone gremivano l’interno in ogni sua parte. Introdotto da Giuseppe Failla, ministro nazionale OFS, e da Remo di Pinto, vice ministro nazionale, ha preso la parola p. Enzo Bianchi, priore della comunità di Bose. Con voce chiara, netta e coinvolgente ha entusiasmato i presenti, convenuti da ogni parte d’Italia, sul tema della fraternità secondo le radici evangeliche e francescane, intervento interrotto a più riprese da lunghi applausi, soprattutto quando il riferimento era diretto a noi, cristiani e chiesa e d’oggi, che dovremmo avere il coraggio unito alla speranza di essere più autentici e propositivi  nel “secolo” in cui siamo stati chiamati a vivere. Una Messa solenne, presieduta da p. Marco Tasca, ministro generale dei Conventuali, e concelebrata da circa cinquanta sacerdoti, ha chiuso l’appuntamento della mattina di sabato 29.
 Nel pomeriggio, al centro Papa Luciani di via Forcellini, si è svolta la tavola rotonda sul tema “Il bene di quel noi-tutti, la proposta francescana per una società fraterna”. Due ampie sale, attrezzate con maxi schermi, hanno accolto i numerosissimi partecipanti. Relatore principale è stato il prof. Giuseppe De Rita il quale, intervistato da p. Ugo Sartorio, direttore editoriale de “Messaggero di sant’Antonio”, ha trattato numerosi temi, religiosi, sociali, economici e politici. In particolare ha sottolineato due aspetti della nostra società: la paura e il disgregarsi della trama di relazioni sociali, che possono essere vinte recuperando la fiducia nell’ “altro”, primo passo per credere in Dio, che essendo somma generosità e somma umanità chiede a ciascuno di noi generosità e umanità verso il prossimo. P. Gianni De Rossi, riprendendo alcuni passaggi dell’intervento di De Rita, ha ricordato come anche nel Cenacolo fosse presente la paura, finché non è sceso lo Spirito Santo a infondere coraggio e forza d’azione evangelizzatrice. Allo stesso modo -ha affermato- il francescano secolare, pur partendo da un contesto di minorità, deve lasciare che lo Spirito Santo agisca in lui, lo trasformi e lo renda capace di dialogare con l’ “altro”, nella certezza universale che Dio è in ogni uomo.
 Molto interessante anche l’intervento di Ettore Colli Vignarelli, direttore della nostra rivista “Francesco il volto secolare”, che parlando del mondo della comunicazione, ha sostenuto la necessità di portare un nostro “stile” nella grande agorà mediatica, così da “scrivere non per raccontare una storia, ma per costruirla”.
 La sera, gioioso appuntamento in piazza della basilica, dove fin dai giorni precedenti era stato allestito un grande palco per ospitare  il concerto di Angelo Branduardi e Amedeo Minghi, i quali si sono esibiti gratuitamente, vivacizzando con la loro musica una giornata densa di contenuti.

 Domenica 30, prima di portarci nella basilica di Santa Giustina, p. Francesco Santinelli ci ha guidati all’interno della basilica del Santo, dove ci ha fatto visitare l’antica chiesa preesistente alla edificazione della basilica, e in questa conglobata, per poi condurci nella cappella che ospita le reliquie di S. Antonio, dalla primitiva cassa mortuaria, a frammenti della tonaca con cui fu sepolto, ai resti dell’apparato vocale che in modo del tutto straordinario si sono conservati in tutti questi secoli ( S. Antonio, 1195-1231).
 A chiusura dell’evento, abbiamo partecipato alla Messa solenne nella basilica di Santa Giustina, retta dalla comunità dei padri benedettini, una scelta dettata dalla maggiore ampiezza e capacità. E’ stata trasmessa in diretta RAI 1, e recepita in tutta Europa, in alcune nazioni dell’Africa, America e in Indonesia. Prima dell’inizio, Franco Frazzarin, consigliere internazionale dell’Ofs, ha ringraziato i pp. Benedettini per la disponibilità ad ospitare questo importante momento dell’evento, e il ministro nazionale Giuseppe Failla ha voluto simbolicamente esprimere la gratitudine dell’Ofs nazionale consegnando al p. abate di Santa Giustina una rielaborazione del Crocifisso di San Damiano.
 La S. Messa è stata officiata da mons. Calogero Peri, francescano, vescovo di Caltagirone, che all’omelia ha richiamato alcuni aspetti della spiritualità di S. Francesco relativi proprio al tema della fraternità, dal santo concepita in modo veramente rivoluzionario, partendo dalla convinzione che solo Dio è padre, e noi tutti siamo fratelli. “Noi francescani -ha detto- vogliamo asserire la forza del perdono, la via del dialogo, la rinuncia all’interesse privato e all’egoismo; proponiamo la carità come contenuto, l’uomo sempre come fine. Coltiviamo l’utopia di un riscatto del mondo; vogliamo scommettere sulla convivenza pacifica di tutti i popoli, la solidarietà universale e soprattutto verso i deboli. Ai francescani -ha aggiunto- a quanti coltivano la speranza e vogliono seguire il vento dello Spirito, a quanti, credenti o no, sentono simpatia verso l’uomo, vogliamo dire che siamo al fianco di chi lotta e soffre solo perché siamo SEMPLICEMENTE FRATELLI”.

 Anche il ritorno a casa si è svolto senza problemi. Dopo la recita del Vespro, abbiamo cantato ringraziando il Signore per averci permesso questa importante occasione di conoscenza reciproca e di crescita interiore. A turno, poi, ci siamo scambiati le nostre impressioni su quanto abbiamo visto e vissuto. Un’esperienza da tutti noi ritenuta coinvolgente e di stimolo nel nostro comune cammino francescano.

Ottaviano Turrioni