In data 8 dicembre, nella solennità dell’Immacolata Concezione, presso il Santuario Francescano del “Sacro Tugurio” di Rivotorto di Assisi,  hanno fatto la professione di vita evangelica nell’Ordine Francescano Secolare 12 novizi della Fraternità “Gesù figlio di Giuseppe”.

I loro nomi sono:
Angelo Ruggeri, Elena Tanziani, Marco Piermarini, Sabrina Parisi, Francesca Cascianelli, Giovanna Donati, Luciana Tosti, Luisa Tosti, Mario Aldofri, Maria Grazia Gabbarelli, Ornella Petrini, Rondine Nappi.
La scelta del giorno dedicato alla Vergine patrona del primo ordine, nasce anche dalla volontà di chiedere la benedizione di tutta la sacra famiglia, vista la particolare devozione della fraternità a San Giuseppe. La celebrazione è stato inoltre un momento importate perché dopo diversi decenni si è ricostituita la fraternità che viveva formalmente, ma che non aveva persone e attività ad animarla.
Dopo un percorso fatto di discernimento e formazione, durante il quale c’è stata una crescita personale e di comunione tra le persone, il passo compiuto l’8 dicembre appare come un nuovo inizio, un trampolino che grazie alle benedizioni ricevute dia forza e stimolo ai francescani secolari per vivere pienamente nel mondo senza essere del mondo.
L’invito che San Francesco indirizza a tutti i terziari è essenziale e semplice: diventare sale del mondo stringendo con gioia la propria croce. Fare questo in un periodo storico come quello attuale quotidianamente è molto complesso. Lo dimostrano le famiglie che sono allo sbando, i giovani che hanno grandi difficoltà a riconoscersi in ideali o valori che non ritrovano intorno a loro e che contestano cercando facili fughe dalla fatica quotidiana. In un simile quadro, portare tutti i giorni la propria croce nella gioia e con spirito francescano annunciando l’adesione piena e vivificante al vangelo, è la missione a cui questi neo professi sono chiamati a rispondere con il combattimento quotidiano.
Verrebbe da dire con gesti semplici, normali, senza doversi ergere a paladini o difensori della fede, ma forse constatando la secolarizzazione e le difficoltà quotidiane, ben rappresentate anche dalle parole del Santo Pontefice sulla risonanza del male proprio dell’8 dicembre, appare chiaro che oggi vivere quotidianamente il vangelo comporta essere fuori dal gruppo, essere diversi. Senza vanteria o vanagloria, perché questa diversità è dono dello spirito e desiderio di adesione ad un’unica parola, vera e vivificante, quella dell’Amore che grazie anche all’intercessione di Francesco, Gesù dona ai nostri cuori.
Alcuni ringraziamenti di cuore devono andare:
-alla ministra regionale, Maria Blasucci Ciri, che si è spesa per dare nuovo impulso alla fraternità senza mai risparmiarsi;
-alla ministra Graziella Rocco che nelle sue difficoltà personali è sempre stata presente, anche quando fisicamente non era con noi;
-a Padre Gugliemo Spirito, guida efficace e preziosissima, che ha saputo non solo supportare l’ordine, ma coinvolgere ed invitare altri sacerdoti e frati che sono diventati fratelli con cui condividere un percorso di crescita;
-Padre Francesco Sansone, che ci ha potuto seguire e allietare con canti nei primi anni del percorso di formazione;
-Padre Paolo Maria Palombarini, che è stato presenza assidua e dono dello spirito e che con la propria ordinazione di questo ottobre ha aggiunto ulteriore festa al nostro gioioso inverno;
-Fra Gian Nicola, che è arrivato da poco, ma che già sta donando un contributo rilevante con la propria presenza;
-Ambra, che ha coltivato il desiderio di far rinascere questa fraternità e che come ultima volontà aveva espresso il desiderio di una rinascita della fraternità, desiderio realizzato e coltivato poi dalle persone a lei care;
In fine un pensiero personale, in qualche modo privato, perché nel caleidoscopio di emozioni provate questo martedì otto dicembre del 2009, alla presenza della mia piccola Samanta, che assisteva senza comprendere ad un rito così importante nella vita di suo padre, una grande gioia e tranquillità mi ha raggiunto. Un rinnovato senso di appartenenza, di pace, una vera benedizione che suggella un percorso attraverso il quale il Signore, a mezzo di tanti profeti, ha corteggiato me e gli altri professi, conquistandoci con il suo amore e con l’affetto che anche nella fraternità si è reso manifesto in tanti piccoli e grandi gesti dei fratelli.
L’augurio è che questo inizio possa nascere sotto la protezione e la benedizione della vergine e possa proseguire donando grazia ai professi affinché diventino manifestazione dell’amore di Cristo nostro Signore.

Marco Piermarini

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