INCONTRO REGIONALE 20/04/2008 SUL TEMA:
“FAMIGLIA DONO E CONQUISTA”
RELATRICE: Prof.ssa Roberta Fabiani Cucina

Relazione:

• La famiglia, come la Chiesa sa da sempre e come sta riscoprendo con particolare intensità in questi ultimi anni, è un progetto di Dio per l’uomo, una rivelazione di Dio. E’ uno dei beni più preziosi dell’umanità.
• Proprio perché parla di Dio, svela Dio, mostra Dio, la famiglia è da tempo al centro di un forte attacco che ne vuole minare le basi e le ragioni e destabilizzarla o deformarla. Su questo torneremo ancora alla fine.
• La famiglia pensata da Dio è certamente insita nell’uomo, gli è connaturale; fino a poco tempo fa, un uomo e una donna d’altronde erano indispensabili per generare la vita; la psicologia sa bene che un padre e una madre sono insostituibili nel far crescere in maniera sana e armoniosa un figlio. La famiglia dunque ha fatto la sua comparsa nelle società umane ancor prima della diffusione del Cristianesimo. I cristiani dei primi secoli utilizzarono infatti lo stesso rituale matrimoniale dei Romani o dei Greci, con pochi ritocchi. Tuttavia va detto che la rivelazione biblica, che è giunta al mondo tramite la cultura giudea (i Giudei sono il popolo che da sempre Dio ha scelto per testimoniarlo al mondo), ha portato all’immagine di famiglia naturalmente già esistente nel mondo del suo tempo degli elementi di novità che, recepiti dal Cristianesimo, si sono diffusi insieme ad esso ed hanno rappresentato fino a non molto tempo fa la struttura indiscussa dell’immagine di famiglia.
• Quali caratteristiche, frutto della rivelazione di Dio per la realizzazione dell’uomo nella sua completezza, proprie della famiglia giudeo-cristiana? 1) E’ il legame tra un solo uomo e una sola donna (monogamia), legame fedele e indissolubile (divorzio molto praticato tra i Romani). E’ l’unico ambito in cui la sessualità può essere considerata lecita, sessualità cui è riconosciuta una valenza sacra. Ciò tra l’altro ha dato maggior valore alla donna: non più mero strumento di piacere o di riproduzione, ma compagna unica per la vita (pensare all’amore romantico e appassionato del Cantico dei Cantici). Il matrimonio è il luogo in cui si genera amore e questo amore genera la vita. Il racconto della creazione dell’uomo afferma sin dall’inizio che l’uomo è stato creato a immagine di Dio in quanto maschio e femmina. Quando Dio pensò all’uomo lo pensò coppia, lo pensò famiglia: “Maschio e femmina li creò, a Sua immagine li creò”. Gesù volle vivere in una famiglia fino a trent’anni. Giovanni Paolo II, per sottolineare questo, intitolò le sue catechesi sull’amore umano Maschio e femmina lo creò: fin dall’inizio Dio crea un’immagine unitaria, di pari dignità, tra uomo e donna che solo stando insieme trovano la loro completezza e solo stando insieme secondo il progetto di Dio rappresentano l’immagine di Dio che è amore.
• Come si è giunti storicamente a mettere in crisi questo nucleo così solido, che si era imposto nel mondo occidentale per ben più di un millennio al punto che oggi sono entrate nelle legislazione degli stati – divenendo DIRITTI – pratiche che nella visione rivelata della famiglia sono da considerare impensabili (aborto, divorzio, disgiungimento della procreazione dall’atto coniugale ecc.)?
• Il processo è stato graduale e parte da lontano ed è stato progressivo.

• PRIMO ATTO. Il primo attacco serio è venuto da LUTERO: il matrimonio non è un sacramento (solo Battesimo ed Eucarestia), cioè un’azione liturgica con il quale Cristo Risorto si fa presente, si manifesta e agisce nella storia degli uomini; è solo un rito. Tagliato alle radici il legame tra la famiglia e Dio.

• SECONDO ATTO. Il pensiero “laicista”, diffuso con la Rivoluzione francese. Essa laicizzò il matrimonio affinché lo Stato potesse assumere una parte attiva nella formazione della famiglia. Afferma l’esistenza di un diritto naturale che giustifica il matrimonio, che trova il suo fondamento nell’uomo ma prescindendo completamente da Dio e dalla Rivelazione.
• Tale esperienza portò con sé come eredità la nascita del “matrimonio civile” anche in molti Stati a maggioranza cattolica. Nei due decenni conclusivi del secolo XVIII, poi anche con il Codice civile napoleonico, a cominciare dalla Francia, diversi Paesi dell’Occidente configurano il matrimonio civile come valido per i cattolici e anche come il solo valido; contemporaneamente, di solito, ammettono il divorzio.

• TERZO ATTO. La Massoneria. Le ragioni anticristiane della rivoluzione francese e di Napoleone sono raccolte, in Italia, dalla Carboneria. La direzione strategica della rivoluzione in quel periodo pubblicò un documento noto col nome di Istruzione permanente (1819). La Carboneria si prefigge una “rigenerazione universale”, inconciliabile con la sopravvivenza del Cristianesimo: “Il nostro scopo finale è quello di Voltaire e della rivoluzione francese: cioè l’annichilimento completo del cattolicesimo e perfino dell’idea cristiana”. Questo si doveva ottenere attraverso la corruzione dei giovani: “Fate dei cuori viziosi e non avrete più cattolici… andate dritto alla gioventù, e, se è possibile, anche all’infanzia” (Dall’Istruzione segreta, del 1838, di “Vindice”, membro dell’Alta Vendita; C.A Agnoli). Contro tutto ciò mise in guardia più di tutti papa Leone XIII nella Humanum genus (1884).

• QUARTO ATTO. Ulteriore contributo è stato dato dall’INDUSTRIALIZZAZIONE tra fine ‘800 e inizio ‘900: da una società rurale si passa ad una urbana. Famiglia patriarcale diviene molecolare; persone molto più sole, senza sostegni né pratici né morali.

• QUINTO ATTO. Legato al precedente. Le condizioni spesso disumane di trattamento della classe operaia consentono la diffusione delle idee MARXISTE. Esse introducono l’idea della necessità della uguaglianza, dunque della lotta di classe tra i ‘diversi’ (padrone-operaio) per la conquista del potere. Si innesca così nella storia in maniera potente la miccia del CONFLITTO, sempre latente nel cuore dell’uomo, ma che in questo trova un forte supporto ideologico. Esso si estenderà poi al rapporto uomo-donna, padre-figlio, insegnante-alunno, producendo danni enormi, guerre e divisioni. Papa Leone XIII ancora una volta mise in guardia contro questa mentalità nella Rerum novarum: è impossibile togliere dal mondo le disparità sociali; la diversità è armonia. “Nella presente questione, lo scandalo maggiore è questo: supporre una classe sociale nemica naturalmente dell’altra; quasi che la natura abbia fatto i ricchi e i proletari per battagliare tra loro un duello implacabile; cosa tanto contraria alla ragione e alla verità. Invece è verissimo che, come nel corpo umano le varie membra si accordano insieme e formano quell’armonico temperamento che si chiama simmetria, così la natura volle che nel civile consorzio armonizzassero tra loro quelle due classi, e ne risultasse l’equilibrio. L’una ha bisogno assoluto dell’altra: né il capitale può stare senza il lavoro, né il lavoro senza il capitale. La concordia fa la bellezza e l’ordine delle cose, mentre un perpetuo conflitto non può dare che confusione e barbarie. Ora, a comporre il dissidio, anzi a svellerne le stesse radici, il cristianesimo ha una ricchezza di forza meravigliosa” (RN n. 15).
•    Un libro di Marx, La Santa Famiglia, fa una critica della famiglia giudeo-cristiana, detta “famiglia borghese”. Ciò veicola un’immagine negativa della famiglia, come un mondo stagnante, di limitazione reciproca. Queste idee di Marx saranno diffuse da vari pensatori italiani, tra cui Gramsci e, nel secondo dopoguerra, dalla Casa Editrice Einaudi.
•    FRIEDRICH ENGELS. 1848: “Le origini della famiglia”: matrimonio prima oppressione di classe, prima forma di antagonismo di classe. Famiglia è il nucleo originario della oppressione; microcosmo generatore di oppressione. Egli intende la dinamica uomo-donna come pura e semplice lotta di potere. Occorre facilitare divorzio, togliere l’educazione dei bambini alla famiglia. Famiglia: luogo che genera l’ingiustizia.
• Nella migliore delle ipotesi dunque quanto meno la famiglia, oltre che screditata, è svincolata dal legame con Dio: diventa un fatto tutto civile e privato, un’unione di volontà che ha ancora un effetto pratico, i figli.

•   SESTO ATTO. FREUD e la Psicoanalisi. La religione è una creazione umana, la sublimazione di quei processi che cercano di tenere a bada gli impulsi dell’Es. La sessualità vissuta secondo il modello giudeo-cristiano crea tabù e sofferenze nell’uomo.
•    Molto più radicale sarà la dottrina di WILHELM REICH, tedesco rifugiato in America, che fonde Freud e Marxismo. Nel suo libro La funzione dell’orgasmo (1942) afferma di ritenere antisociale ogni repressione alla vita naturale, in quanto blocca le energie vitali (e genera nevrosi e infelicità).  La prima responsabile di tale repressione è la famiglia: va liberata la gioia sessuale. Il pensiero di Reich, abbastanza diffuso tra i lettori giovanili americani e considerato uno dei principali artefici della mentalità rivoluzionaria statunitense in campo sessuale degli anni Sessan¬ta. Fami¬glia, matrimonio, indissolubilità dei legami, castità, appaiono co¬me imperativi posti dalla convenienza e dall’ipocrisia degli adulti, in chiara contraddizione con gli appetiti naturali. È proprio per le sue teorie sulla sessualità ed i suoi appelli pubblici per la liberazione dei costumi che Reich è passato alla storia, considerato unanimemente il “profeta” della “rivoluzione sessuale” che scosse l’Europa tra gli anni Sessanta e gli anni Settanta.
Reich tende a “identificare” la salute psichica con la liberazione della sessualità. La classe dominante mantiene l’ordine sociale (e con esso la propria supremazia) reprimendo il libero manifestarsi dell’energia sessuale.
• Un altro pensatore le cui idee avranno un gran seguito è il filosofo inglese Bertrand Russell. Nel libro “Matrimonio e morale” (1929) ricostruisce una storia della civiltà sotto il profilo delle relazioni familiari. Costumi e prescrizioni morali in materia di comportamento sessuale e di vita matrimoniale sono fortemente differenziate tra i popoli della terra e cambiano nel corso della storia. Il principale bersaglio critico di Bertrand Russell, che fu per tutta la vita un implacabile militante a favore del pensiero laico, è la morale imposta in questo campo dalla religione cristiana.
 Il filosofo inglese sottopone ad una critica impietosa la morale sessuofobica che i ministri della religione cristiana hanno, a suo giudizio, imposto alle società. Riconosce un valore importante al matrimonio come luogo d’amore e di crescita sana dei figli. Ritiene tuttavia che l’amicizia e la sincerità siano i fondamenti più solidi del matrimonio (molto più di quanto non lo sia la fedeltà coniugale messa costantemente in forse dalla volubilità delle possibili attrazioni sessuali), si dichiara anche favorevole verso forme ampie di tolleranza verso i rapporti extra-coniugali (tesi che poi verrà battezzata con il termine di “coppia aperta”). La liceità dell’atto ses¬suale solo nel matrimonio è un’idea contraria ai fatti biologici che deve essere considerata come una morbosa aberrazione. Russell riconosce esplicitamente la grande portata innovatrice del movimento femminista; si esprime poi chiaramente a favore di leggi sul divorzio. La pillola e la contraccezione naturale sono considerate una “rivoluzione del ‘900” (Russell parla di “rivoluzione sessuale”) perché rendono possibile una sessualità senza figli (o a rischio molto limitato di figli). Grazie a questi metodi i figli se ci sono, sono cercati e la libertà sessuale è bilanciata dal dovere di una paternità/maternità responsabile. E’ anche decisamente favorevole verso la legalizzazione di forme di “matrimoni di amicizia” da praticare tra i giovani prima della decisione di sposarsi. Egli certamente aprì alla libertà sessuale.

• SETTIMO ATTO. La Prima e la Seconda Guerra Mondiale. Intaccano alla radice la fede cristiana. Molti si chiedono: ma come è possibile che in un’Europa che si professa cristiana possano essersi originate due guerre tanto mostruose? Questa crisi di fede di fondo fa da terreno di coltura per la diffusione delle idee marxiste, tanto più che, in Italia e non solo, durante la Guerra Fredda la cultura è sostanzialmente in mano alla sinistra e l’Unione Sovietica, che ha messo in pratica la rivoluzione, appare come un modello da seguire. Famiglia e matrimonio rimangono, ma fuori di ogni fondamento soprannaturale.
•   Si diffondono in questo tempo anche altre filosofie e scuole di pensiero, come l’Esistenzialismo, particolarmente forte in Francia, di cui ricordiamo personalità come André Gide (omosessuale e marxista: “Famiglie, vi odio!”) o Jean Paul Sartre (Dio non esiste e in ogni caso “se esistesse ciò non cambierebbe nulla”, per cui l’uomo è unica fonte di valore e di moralità; è condannato ad inventare la propria morale). L’esistenza non ha alcun senso perché è evidente che non esiste alcun Dio che dia senso alle cose del mondo (in “L’Esistenzialismo è un umanismo” Sartre dirà: “Ho soppresso Iddio padre”). Filosofo e scrittore, di formazione marxista, ateo, con i propri scritti, molto letti, divulga idee sull’amore di tipo relativizzante. Quest’ultimo è una passione che non ha e non consente stabilità. Così è anche il rapporto matrimoniale. Amore è un desiderio, un atto materialistico e a tempo. Si preannuncia così la ragionevolezza della convi¬venza di fatto e la fine del matrimonio come legame non separabile. Il filosofo francese espone con chiarezza che l’atto amoroso è comunque un atto di possesso, non di dedizione. Sartre scardina come sovrastrutture le indicazioni morali.
• Tra anni ’40 e ’50 è attivo il sociologo tedesco Helmut SCHELSKY, Sociologia della sessualità. Dice: “Il ruolo dei sessi, come le forme sociali della “sessualità” in generale sono dunque, nel profondo, fenomeni storici, e sono quindi assoggettati ai mutamenti storici e alle decisioni storiche di una società”. Il matrimonio non è un’istituzione primariamente sessuale. L’impulso sessuale, infatti, è semplicemente legato all’accoppiamento e non a stabilire una lunga durata di vita col partner. E’ normale che molti soggetti vogliano trovare un attimo di sfogo in brevi relazioni sessuali. Teorico del flirt.
• Tra fine anni ’40 e inizio anni ’50 in America vengono approntati i cosiddetti Rapporti Kinsey; sono frutto di interviste sui comportamenti sessuali maschili e femminili. Essi influenzeranno moltissimo la cultura occidentale. Kinsey era uno zoologo e applicò al mondo umano ricerche adatte agli animali. E’ certo anche che il suo campione statistico fosse falsato, ciononostante ebbe largo credito. Tali rapporti dimostravano che una percentuale piuttosto alta aveva orientamento omosessuale o esperienze omosessuali; si impegnò inoltre a studiare la masturbazione e i rapporti pedofili. Appurò che la masturbazione è assai diffusa e dunque, poiché è giusto quello che fanno i più, è evidentemente bene praticarla. Legittimare ogni pulsione sessuale.
•    La pianificazione familiare. Venne portata avanti dalla famiglia Rockfeller con le sue fondazioni. Venne lanciato l’allarme che la popolazione mondiale stava crescendo troppo, non bastavano le risorse; andava pertanto incentivato l’aborto e in certi paesi la sterilizzazione di massa (tanto che, nel silenzio di Amnesty International, si cerca da molti anni di inserire l’aborto tra i diritti umani). Perche’ questa volonta` dei clan supercapitalisti di 
promuovere aborto e contraccezione? 
Alla base ci sono visibili interessi concreti dei 
supercapitalisti stessi: le famiglie con figli non sono 
buone consumatrici, non cambiano l’auto o il frigorifero 
con la frequenza che pare necessaria ai fabbricanti di beni 
di consumo. 
Il Fondo monetario internazionale inoltre, che è l’organo 
supernazionale che unisce le banche creditrici (di cui la 
Chase Manhattan è la maggiore) dei paesi del Terzo Mondo, 
impone a questi Paesi severe misure di austerita perche’ 
essi possano pagare ai banchieri gli interessi sui debiti e 
questa austerità comprendono la necessità di bloccare il 
numero di ´bocche da sfamare` in questi Paesi. E’ anche necessario bloccare la demografia per 
conservare l’attuale sistema di potere economico mondiale.
Perciò si è cercato di bandire una ideologia 
della ´crescita zero` con coloritura scientifica.
• Herbert MARCUSE è stato uno dei pensatori più influenti del Novecento, è nota soprattutto la passione che per lui avevano gli studenti in rivolta nei tardi anni ’60. Il suo pensiero, intrinsecamente anti-autoritario, rispecchiava la volontà di cambiamento radicale che animava la protesta dei giovani in tutto il mondo occidentale; il suo rifiuto di ogni forma di repressione, il suo secco no alla civiltà tecnologica (in entrambe le declinazioni liberal-capitalistica e comunista-sovietica), lo resero il filosofo del “grande rifiuto” verso ogni forma di repressione. Per i sessantottini fu anche molto importante il concetto di “liberazione dell’eros”, inteso non solo come liberazione sessuale, ma come liberazione delle energie creative dell’uomo dal condizionamento della società repressiva, per la creazione di una società più aperta, fatta di uomini liberi e solidali tra loro.

• Uno spiraglio. Il filosofo italiano UGO SPIRITO. Egli trova che la nuova vita di oggi, con la sua velocità, porti al relativismo e che non si riesca a dare senso alla vita. Egli, cattolico, si rendeva conto che il Cattolicesimo spesso non sa dare risposte, è troppo conciliante. Il pensiero cattolico vuol solo farsi tollerare e sopravvivere e non oppone forza critica a chi lo contrasta. I nuovi pensatori e i giovani contestatori hanno una parte di ragione: non si crede più a genitori e insegnanti a causa della loro ipocrisia. «Non si crede abbastanza, ma si continua ad agire come se si credesse. Ora, i giovani avvertono tutto questo e giudicano in conseguenza. Leggono sui visi dei genitori che troppo spesso la famiglia è spenta nei loro cuori; sentono che nei riti e nelle cerimonie religiose la Fede è estrinseca e convenzionale; ridono del docente di religione…Il risultato è nel giudizio di condanna degli uomini, cha trascina con sé quello dei valori in cui essi ostentano di credere. Ma la coscienza dei giovani, poi, non è intessuta, come quella degli anziani, dei valori tradizionali. […] Allora esplode la rivolta contro padri e maestri, contro la classe politica dirigente e le leggi da essa emanate». Sono parole che denunciano con efficacia ciò che avverrà verso la fine degli anni Sessanta: la contestazione giovanile.

•    OTTAVO ATTO. Il ’68. Questo atteggiamento di padre e maestri è sentito con ostilità dai giovani degli anni ’60 che per di più non hanno in sé intessute le norme della generazione precedente. Ciò esplode nel ’68.
•   Cosa fu il ’68? E’ complesso. Molti elementi: A) tensione tra comunismo e capitalismo; B) benessere diffuso che diffonde EDONISMO e INDIVIDUALISMO; perdita del senso di sacrificio; C) rifiuto di ogni genere di autoritarismo e (in relazione al nostro tema specifico) di vincolo: si teorizza che l’impulso sessuale è legato all’accoppiamento ma non è legato ad un impegno duraturo: il FLIRT. PIACERE IMMEDIATO, senza costruzione di un rapporto duraturo. TRIONFO DELL’IMMEDIATO, DELL’EFFIMERO. In definitiva, spendere la vita per se stessi.
• Nel 1972 compare il libro “La morte della famiglia” di David Cooper. Dice che la famiglia è un mezzo di condizionamento ideologico. Luogo di origine di tutte le malattie mentali. La famiglia è un patto suicida che annulla la nostra individualità. E’ una reale e oggettiva situazione persecutoria. Un cronico assassinio del nostro io. Per realizzarci davvero dobbiamo imparare a farci gli affari nostri. La soluzione? La vera utopia è la morte della famiglia.
• Una delle possibili soluzioni prospettata in quegli anni (e da Cooper stesso). La comune, in cui “le relazioni amorose si diffondono tra i membri della comunità molto più che nel sistema familiare… questo implica naturalmente che i rapporti sessuali non siano ristretti alla coppia uomo-donna… e soprattutto significa che i bambini abbiano libero accesso ad altri adulti oltre alla coppia che è biologicamente la loro genitrice”.

• NONO ATTO. Il femminismo. Una delle conseguenze del veleno del conflitto portato dalla diffusione del pensiero marxista è il femminismo. Nelle sue forme più radicali questo movimento attribuisce la responsabilità della subordinazione femminile alla subordinazione sessuale e riproduttiva. Dicono le femministe: senza genere si avrebbe l’uguaglianza. Se non esistesse il concetto di donna, le donne non sarebbero oppresse. Tale servitù da spezzata con varie modalità, tra cui svincolare la donna dalla procreazione (intanto attraverso contraccettivi e aborto), in certi casi addirittura suggerendo in pratica di vietarla, e rifiutando anche l’idea che l’eterosessualità vada considerata l’unica forma di rapporto sessuale normale. Le femministe radicali nordamericane hanno introdotto una concezione secondo cui il fatto di essere uomo o donna sarebbe determinato non dalla biologia con annessi e connessi, ma dalla cultura. Cioè: la natura umana non avrebbe in se stessa caratteristiche che si imporrebbero in maniera assoluta, ma ciascuno potrebbe o dovrebbe modellarsi a suo piacimento, perché il corpo è un dato non vincolante. Judith Butler è la protagonista di ciò: il genere è una costruzione culturale, indip. dal sesso, un artificio libero da vincoli. Genere = ruolo intercambiabile. Genere è diverso da sesso. Il genere è soggetto a cambiamento; non esiste un uomo naturale o una donna naturale. La natura è il risultato di una costruzione sociale.

•    DECIMO ATTO. Crescita del movimento gay. Lavoro sulla consapevolezza, sull’orgoglio gay, l’invito ad uscire allo scoperto, poi la battaglia mediatica e politica per l’accettazione. L’8 febbraio 1994 il Parlamento europeo vo¬ta a maggioranza una delibera che invita i singoli Stati a cancellare ogni forma di discri¬minazione per gay e lesbiche. In alcuni Paesi europei l’unione omosessuale viene equipa¬rata al matrimonio e alla famiglia, in alcuni casi anche con il diritto di adottare bambini.

•    UNDICESIMO ATTO. Questione dell’identità di genere. In sé è un prodotto di più fattori, ma è molto legato alle forme radicali di femminismo. Non è un caso infatto che proprio all’Incontro Mondiale di Pechino del 1995 sulla donna sia stata messa in discussione la distinzione tradizionale dei due generi: uomo, donna, fino a voler riconoscere 7 generi sessuali possibili, puntando di fatto a questo: affermare che non esiste un’identità sessuale propria, inscritta nel proprio io, ma una sessualità al limite intercambiabile, gestibile a proprio piacere. Il genere sessuale sarebbe infatti non una questione iscritta nel proprio DNA (unione di corpo, psiche, anima), ma una questione di pressioni sociali. In questo si va evidentemente contro ogni logica e ragione, con un accanimento sospetto contro l’evidenza dei fatti. Uomo, donna, gay, lesbica, bisessuale, transessuale, transgender.

•    DODICESIMO ATTO. Privare la famiglia del compito della procreazione. 1979. Pierre SIMON, “La vita prima di tutto”. Fu due volte Gran Maestro della Massoneria Francese. Ha lavorato moltissimo negli anni ’50 per l’introduzione della pillola il Francia. Il suo obiettivo molto esplicito: liberare la famiglia dai “legami di sangue”; così si costruirà la società nuova, senza padri, senza madri, anche perché presto la procreazione sarò svincolata dall’atto sessuale. La qualità della vita è più importante della vita stessa: “Circa il problema di fondo, si tratta di una opzione tra una filosofia della vita e una filosofia della persona. La vita è il valore supremo oppure può essere messa a confronto con altri valori: la libertà (per la madre), la qualità della vita (per il bambino che deve nascere). Si useranno le banche del seme, quindi tutta la società feconderà la coppia. Padre non è chi feconda ma chi alleva il bambino. Il modello sono le isole polinesiane. In queste isole del Pacifico, la famiglia è estensiva, libera dai legami di sangue. I bambini circolano tra più “padri” e niente obbliga il loro genitore ad allevarli. A guidare tutto, fare da vero padre sarà lo Stato.
•    Oggi non si parla più di famiglia (al più definita ‘tradizionale’, quindi poco moderna, presentata quasi in via di estinzione), ma di ‘famiglie’.
• INTERVISTA DI UMBERTO VERONESI (19.08.2007, “Corriere della Sera”). Titolo: “Il futuro è bisessuale”. La spe¬cie umana — dice Veronesi — si va evol¬vendo verso un «modello unico», le diffe¬renze tra uomo e donna si attenuano (l’uomo, non dovendo più lottare come una volta per la sopravvivenza,  produce meno ormoni androgeni, la donna, an¬che lei messa di fronte a nuovi ruoli, me¬no estrogeni) e gli organi della riprodu¬zione si atrofizzano. Questo, unito al fat¬to che, tra fecondazione artificiale e clo¬nazione, il sesso non è più l’unica via per procreare, finirà col privare del tutto l’at¬to sessuale del suo fine riproduttivo. Il sesso resterà — avverte l’oncologo — ma solo come gesto d’affetto, dunque non sarà più così importante se sceglie¬remo di praticarlo con un partner del no¬stro stesso sesso.”

SECONDA PARTE

• La Chiesa è comunque sempre rimasta vigile e attenta
• Pio XII promosse grandi riunioni a difesa della famiglia ; il suo magistero sarà importante: è quello che ha più influito perché nella Costituzione Italiana si riconoscesse la famiglia “come cellula fondamentale della società italiana”. Ha disegnato con chiarezza il ruolo della famiglia ed ha messo in guardia contro il pericolo di un ‘laicismo materialistico’. Ma ancora la famiglia non era in così evidente pericolo.
• Concilio Vaticano II: ritorno alla Scrittura, ai Padri; autocoscienza della propria missione da parte della Chiesa. Si scopre “lumen gentium”. Nella “Gaudium et Spes” riflette su persona, matrimonio e famiglia, ne delinea i presupposti e gli scopi. Vede la grazia, il portato anche sociale del matrimonio, ma ne vede anche le fatiche, i pericoli e suggerisce aiuti.
• Sotto Paolo VI ci sono i due referendum su divorzio (1974) e aborto (1975): la maggioranza degli Italiani non segue più la Chiesa. Vero trauma per la Chiesa. Solo riscoprendo le radici cristiane il matrimonio cristiano può sussistere ed avere una missione nella società di oggi.
• Papa Giovanni Paolo II: Tante encicliche sulla famiglia; cinque anni di catechesi del mercoledì sulla Teologia del corpo. Ha dato aspetti propositivi, una visione positiva della sessualità, della persona, della donna, del padre, del matrimonio e della famiglia. Benedetto XVI sta continuando la sua opera.

TERZA PARTE

• Perché un così grande attacco alla famiglia? Perché essa è un’immagine di Dio; è una specie di ambasciatore di Dio, mostra al mondo come è Dio.
• Cosa ci rivela Dio? Come sapremo che è la Verità? Per i frutti che porta in contrasto con gli altri frutti. Frutti di pace, gioia, comunione, perdono, senso della vita.
• Per comprendere il progetto di Dio sull’uomo e sul matrimonio si parte da un dato di fatto: DIO CI AMA!
• Dio ci ha creati a sua immagine e somiglianza, per entrare in comunione con lui. La nostra vera essenza e felicità è nella donazione all’altro. Questo è vero per tutti non solo per quelli sposati. Ricevendo l’amore di Dio siamo in grado di donarlo.
• Una volta la società aiutava i matrimoni a uscire dalle crisi; mancando il contesto, oggi un matrimonio può sostenersi soltanto mettendo le RADICI IN DIO.
• La Chiesa si chiede: cos’è la persona? E risponde: la persona umana è creata a immagine di Dio. E come è Dio? E’ relazione, è comunione tra le persone che lo compongono. Dio è unità e distinzione insieme, come anche noi siamo corpo e anima insieme ed è bene che usiamo con pudore e rispetto il nostro corpo perché questo influisce sull’anima e viceversa.
• Dio ha pensato al matrimonio, al rapporto tra uomo e donna come alla relazione che conosce in se stesso: p. 51-52.

«Dio creò l’uomo a sua immagine; a immagine di Dio lo creò; maschio e femmina li creò» (Gn. 1,27; cfr Gn. 5,1-2). Secondo la Scrittura, quindi, l’imago Dei si manifesta, sin dall’inizio, nella differenza tra i sessi. Potremmo dire che l’essere umano esiste soltanto come maschile o femminile.
Lungi dall’essere un aspetto accidentale o secondario della personalità, questo è un elemento costitutivo dell’identità personale. Tutti noi abbiamo un nostro modo di esistere nel mondo, di vedere, di pensare, di sentire, di stabilire rapporti di scambio reciproco con altre persone, che sono anch’esse definite dalla loro identità sessuale.
Secondo il Catechismo della Chiesa Cattolica: «La sessualità esercita un’influenza su tutti gli aspetti della persona umana, nell’unità del suo corpo e della sua anima. Essa concerne particolarmente l’affettività, la capacità di amare e di procreare, e, in modo più generale, l’attitudine a intrecciare rapporti di comunione con altri» (n. 2332). I ruoli attribuiti all’uno o all’altro sesso possono variare nel tempo e nello spazio, ma l’identità sessuale della persona non è una costruzione culturale o sociale. Appartiene al modo specifico in cui esiste l’imago Dei (33).
Il matrimonio costituisce una forma elevata di comunione tra le persone umane e una delle migliori analogie della vita trinitaria. Quando un uomo e una donna uniscono il loro corpo e il loro spirito in un atteggiamento di totale apertura e donazione di sé, formano una nuova immagine di Dio.

Chiesa Santa di Dio, tu non puoi fare la tua missione nel mondo, se non attraverso la famiglia.